Questa pagina contiene il diario e le foto di un viaggio in USA che ho fatto per motivi di studio e ricerca, nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione che sto seguendo presso l’Università di Trieste. Il viaggio prevede le seguenti destinazioni:

  • 14 febbraio - 23 febbraio 2008: San Diego, California, sede del congresso SPIE Medical Imaging
  • 23 febbraio - 17 marzo 2008: Silver Spring, Maryland, presso il
    NIBIB/CDRH Laboratory for the Analysis of Medical Imaging Systems
    Division of Imaging and Applied Mathematics
    Office of Science and Engineering Labs
    Center for Devices and Radiological Health
    Food and Drug Administration
Novità: mi fermo fino al 3 aprile. Per Pasqua ho fatto una breve gita a New York City.

Potete trovare il diario dell’anno scorso all’indirizzo http://ggchome.altervista.org/california

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15 febbraio 2008

La notte trascorre tranquillamente. L’unico inconveniente è che la camera non è perfettamente insonorizzata, per cui si sente un po’ di rumore proveniente dall’autostrada che passa qui vicino. È un problema abbastanza comune in America, visto che spesso le autostrade passano in mezzo alla città vicino alle case. Per il momento, è l’unico rumore che si sente.

Oggi devo alzarmi alle 4 per fare una telefonata urgente. Non è una gran fatica, visto che non sono ancora del tutto abituato al fuso orario, e mi sento abbastanza sveglio, per cui decido di mettermi al lavoro: devo preparare una nuova versione riveduta e corretta di un articolo per rivista, le slide per mia presentazione che sarà il 21 e provare alcuni calcoli matematici. La temperatura esterna è di 41°F, ovvero 5°C, ma è ancora notte fonda e probabilmente si scalderà. Ogni tanto interrompo il lavoro facendo telefonate varie a parenti e colleghi (le telefonate via internet sono praticamente gratis), e quando giunge l’ora vado a fare colazione, che non è proprio di superlusso (il famigerato caffè americano, succhi di frutta e dolci, che si possono scaldare con un forno a microonde) ma ci si può accontentare.

Dopo qualche altra ora di lavoro e telefonate, decido di andare ad esplorare i dintorni. San Diego è vicino al confine con il Messico, e questo mi fa venire voglia di burrito; una breve ricerca su Google Maps mi rivela che c’è un ristorante messicano qui vicino. Fuori c’è sole e la temperatura è salita, anche se c’è un po’ di vento. Attraverso l’autostrada (c’è un sottopassaggio proprio davanti al motel) e arrivo all’albergo dove si svolgerà il congresso, che è proprio di fronte. L’albergo è un complesso enorme con numerosi edifici sparsi su un immenso piazzale, e ci si mette parecchio per superarlo. L’albergo è anche piuttosto costoso, nonostante le tariffe agevolate per i congressisti, e dormendo al motel ho risparmiato oltre 800$, con il solo inconveniente di dover fare un breve tratto a piedi. In realtà la ditta mi rimborsa in parte le spese (due giorni però sono comunque a carico mio, perché sono arrivato presto), ma risparmiare non fa mai male e spesso viene apprezzato quasi quanto i risultati scientifici. Attraverso un fiume e arrivo alla fermata del tram, che qui chiamano “trolley” e fa un percorso molto lungo per San Diego e i dintorni, arrivando fino al confine con il Messico. Cerco invano un libretto con linee e orari da portar via (sono soltanto esposti nelle bacheche) e mi informo sui prezzi di biglietti e abbonamenti. Attraverso un’altra strada e arrivo dove si dovrebbe trovare il ristorante messicano. Mi trovo davanti ad un centro commerciale enorme, e devo esplorarlo a lungo prima di trovare il posto. Mi ispira e prendo un “big burrito especial” ripieno di riso, fagioli, pollo e salsa guacamole, che viene preparato in esattamente 6 minuti e 6 secondi, stampati sullo scontrino.


Il “big burrito especial”

Completo il pranzo con uno “smoothie” alla fragola, chiamato “Strawberry Colada”, e poi vado in giro per il centro commerciale. Ci sono vari banchetti che vendono cellulari, e mi informo sulle tariffe, visto che le tariffe in roaming della TIM sono molto costose. Tutti mi chiedono se il mio cellulare è sbloccato; evidentemente anche qui è un vizio comune. Un abbonamento non conviene: bisogna pagare un prezzo fisso ogni mese, impegnandosi a pagare per almeno 2 anni (altrimenti c’è una penale), ed è richiesta una “credit history”. Una SIM prepagata costa 30$ di attivazione più il credito e scade dopo un mese se non si fanno ricariche; le ricariche più grosse hanno una scadenza più lunga. La seconda fregatura è che si pagano sia le chiamate effettuate sia quelle ricevute. Vado al banchetto di un altro operatore; hanno una promozione in occasione del “president’s day” e l’attivazione è gratuita (si pagano solo 10$ di traffico), quindi la compro. Mi hanno chiesto solo nome e data di nascita, e non hanno neanche voluto vedere un documento. Non vi do il numero, visto che si pagano anche le chiamate ricevute; la terrò solo per emergenza se devo fare qualche telefonata mentre sono fuori e non ho internet (l’anno scorso mi era capitato). Probabilmente non potrò nemmeno usarla, visto che qui i diversi operatori hanno una copertura limitata: ad esempio Cingular, che l’anno scorso copriva San Jose e Santa Barbara, qui non si prende.

Torno a casa e lavoro ancora qualche ora, poi vado a cena. Provo una steak house nel ristorante dell’albergo, e prendo una New York Steak. Il prezzo comprende anche una minestra o insalata e due contorni. Mi portano un’ottima zuppa di pesce, che non capisco cosa sia (mi hanno detto il nome in inglese ma non so la traduzione), e anche la bistecca è notevole, anche se non particolarmente enorme. Dopo cena vado a dormire.


La New York Steak

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