Di mattina faccio una telefonata alla mia banca per chiedere consigli sui travelers cheques. Mi consigliano di dare ad Ellen altri due cheques corretti, e provare ad incassare quelli sbagliati da una banca di qui. Faccio la prima parte, rimandando la seconda a domani. Per preparare il caffè mi ero portato la cogoma da casa come al solito, ma non ce n’era bisogno, perché anche Ellen ne ha una. Dopo una ricca colazione esco di casa, portandomi dietro 3 insalate prese ieri al supermercato (per il pranzo: una di riso, una di pasta e una di couscous), latte (visto che la mia origine italiana mi ha reso viziato e non non mi piace particolarmente il “creamer”) e cacao (giusto colmare una lacuna nella dispensa e lasciare un buon ricordo della mia visita). Con un eccesso di ottimismo provo a fare la strada a memoria senza guardare la mappa. Mi perdo, ma riesco in breve a ritrovare la strada per la stazione della metropolitana. Scendo a Silver Spring, e oggi per la prima volta devo prendere l’autobus fino al campus della FDA. L’abbonamento della metropolitana non vale per gli autobus, ma si può comunque ottenere uno sconto mostrando all’autista un “transfer ticket”, da ritirare nella metropolitana. Per complicare ulteriormente le cose ci sono 2 diverse aziende di autobus, e ovviamente gli abbonamenti non sono compatibili. Scopro ora che il Ride On Bus di Montgomery County MD, che porta proprio fino al campus, viaggia solo fino alle 9, che adesso sono passate; devo quindi prendere il Metrobus di Washington DC che ferma non proprio vicino. Ci sarebbe anche uno shuttle bus gratuito ma non ho gli orari. Arrivo in laboratorio piuttosto tardi e incontro una mia collega indiana, Anindita (Annie per gli amici), co-autrice di un mio articolo per Medical Imaging. Nonostante la diversa origine, concordiamo su un punto fondamentale: potendo scegliere, il latte vero è meglio del creamer.
Annie si occupa delle misure su monitor, e nella mattina mi insegna ad usare il famoso radiometro IL1700 che rappresenta uno dei motivi per la mia visita qui. Dopo aver imparato ad usarlo mi metto a scrivere un programma per la generazione dei pattern di test più versatile di quello che usavano in precedenza. Mentre lavoro, Aldo mi chiama per invitarmi ad uno staff meeting, in cui mi presentano al resto del personale del laboratorio. Dopo la pausa pranzo (velocissima perché basta prendere la mia insalata dal frigorifero nella dispensa in fondo al corridoio) riesco a finire il programma, e dopo qualche collaudo inizio le prime misure. Il mio programma genera i pattern di test e un altro programma misura ad intervalli regolari l’output del radiometro. A dire la verità misura la corrente del fotodiodo, e prima di ogni misura la sonda va calibrata misurando e sottraendo la corrente di buio; per calcolare la luminanza bisognerà fare un’apposita conversione che ancora non mi hanno insegnato. Faccio le prime misure, ma mi accorgo che non sono perfettamente sincronizzate, e impiego parecchio tempo per riuscire a tirarci fuori qualche risultato utile. Nel pomeriggio telefono a Ted Einstein, un amico di nostri amici che insegna fisica all’Università del Maryland, che gentilmente mi invita a cena per venerdì. Faccio inoltre una riunione con Aldo, in cui concordiamo i temi di ricerca da seguire durante questa visita. Infine, prima di tornare a casa, preparo una sequenza di misure più lunga da far andare durante la notte.
Prendo l'autobus per Silver Spring. Il servizio lascia alquanto a desiderare: l'autobus arriva in ritardo e la macchinetta per pagare la corsa è ancora guasta. Vicino alla fermata della metropolitana di Silver Spring c’è un negozio della T-Mobile, e compro una ricarica per il cellulare che ho usato abbastanza. Prendo quindi la metropolitana per Forest Glen. Per pagare i mezzi esiste anche una tessera ricaricabile chiamata SmarTrip, che vale per metropolitana, autobus (entrambe le aziende) e parcheggi. Per comprarla bisogna pagare 5$ a fondo perduto, oltre alla ricarica, e non dà sconti; gli unici vantaggi, che io sappia, sono che non serve portarsi dietro le monetine per pagare il bus (il che a volte può far risparmiare qualcosa perché le macchinette non danno resto) e che i lavoratori dipendenti possono farla pagare alla ditta. Provo a comprarne una, pagando con carta di credito, ma la macchinetta rifiuta la transazione. Provo 4 volte e non va. Rinuncio e vado a casa, sperando che non mi si sia smagnetizzata la carta di credito.
Rientro e do da mangiare a Zen. Controllando la posta trovo 4 mail di notifica della carta di credito, relative ai tentativi di acquistare la SmarTrip. Le notifiche arrivano comunque quando viene richiesta l’autorizzazione, anche se poi la transazione fallisce, per cui posso ancora sperare che non me l’abbiano addebitata. La carta non si è smagnetizzata, visto che il sistema mi ha riconosciuto, ma comunque la cosa non mi tranquillizza. In compenso, noto con piacere che Ellen, a differenza di Mary (la mia padrona di casa a Santa Barbara l’anno scorso), non è una maniaca igienista. Ha alcune pentole con il fondo di rame, che si macchiano con il fuoco, ma non si preoccupa della cosa; l’anno scorso Mary me le faceva lucidare ogni volta con un’apposita pastella che per fortuna funzionava bene. Ogni tanto si trova qualche innocuo scarafaggio che si aggira per la casa, senza aver paura di Zen che è troppo pigro per acchiappare cose in movimento. C’è quella giusta patina di cragna che dà alla casa un aspetto umano e consente di godersi la vita invece di passare il tempo libero dando la caccia a ogni granello di povere. De terra facta sunt omnia, et in terram omnia pariter revertuntur. È una battaglia persa in partenza.
2 commenti:
weeeee, ma non posti più?? guarda che mi preoccupo poi...
come sta andando? mi sembra abbastanza bene, giusto? sia lavorativamente parlando, sia per quanto riguarda il tempo libero. le foto che hai fatto a washington son troppo belle: cavoli, c'era anche una bella giornata... a parte il freddo mi sa...
mi raccomando, fai il bravo ;-) bacioni anche da mamma e papà
Purtroppo manca sempre il tempo. E poi non sempre succede qualcosa degno di nota. La vita va avanti, ma con il lavoro sono piuttosto bloccato. Vedrò di recuperare, e farò il bravo.
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