Stamattina piove e c’è nebbia. Questo, come è già successo altre volte, scatena il panico: tutti prendono l’auto, il traffico è ingorgato, e gli autobus sono in ritardo. Sono l’unico viso pallido sull’autobus.
Oggi avrei dovuto provare a compilare il mio programma sul cluster, ma Aldo è impegnato con delle visite e non ha tempo per me. Quindi faccio qualche prova su un metodo per la correzione dell’under-adaptation al quale sto lavorando. Per spiegare il problema in parole povere, quando si guarda una zona scura vicino ad una zona chiara, la si vede male perché l’occhio è in parte abbagliato dalla luce proveniente dalla zona chiara; se invece tutta l’immagine è scura, l’occhio si adatta e la vede meglio. Il monitor su cui sto lavorando può riprodurre immagini con zone molto chiare e molto scure, per cui questo problema può capitare e ridurre la visibilità dei dettagli in una radiografia. Per correggerlo, è necessario modificare l’immagine in modo da amplificare i dettagli che risulterebbero poco visibili.
Per pranzo mangio in mensa, perché mi sono stufato delle insalate o dei piatti pronti scaldati nel forno a microonde. Rischio di prendere delle lasagne alle verdure (non ho grandi aspettative ma non c’è niente di meglio), e l’addetta le pesa attentamente con la bilancia per non correre il rischio di darmene qualche oncia di troppo. Come secondo prendo polpette e verdure, per le quali invece ci si serve da soli e si paga a peso. Le lasagne tanto per cambiare sono piccanti (l’unica cosa non piccante sono i cheeseburger), il secondo è sopportabile.
Nel pomeriggio Aldo mi chiede di preparare una breve dimostrazione in laboratorio per i visitatori. Devo quindi ricollegare il monitor al computer (per le prove sull’under-adaptation ne usavo un altro), e naturalmente la configurazione della scheda video si è sballata. Dopo vari tentativi riesco a rimettere tutto a posto, e posso mostrare il monitor in tutto il suo splendore.
Per tornare a casa prendo il solito autobus, ma oggi Kellie non c’è. Chiacchiero quindi con il signore etiope, che si chiama Jacob, e parliamo un po’ di informatica. Mi racconta che quando ha iniziato programmava in Cobol ed era uno strazio; in seguito è passato al Fortran ed era molto meglio. Io invece non ho mai usato il Cobol, e ho soltanto provato una volta il Fortran per curiosità; ho iniziato con il Pascal ma in seguito sono passato al C, che uso tuttora assieme a Matlab e talvolta Assembler. Molti sostengono che il Fortran è più adatto al calcolo scientifico, ma non sono ancora riuscito a trovare una spiegazione soddisfacente del motivo, e neanche Jacob lo sa.
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