La cena di ieri mi è rimasta sullo stomaco e ho dormito male, quindi oggi sono distrutto. Per fortuna non devo lavorare; infatti, siccome è l’ultimo week-end, abbiamo deciso di andare in giro con Aaron. Il programma concordato è molto interessante: Aaron mi porterà a fare colazione al Cheesecake Factory, poi andremo a visitare la National Cathedral. Dopo si deciderà.
Prendiamo la metropolitana, e dopo 35 minuti di viaggio arriviamo alla stazione di Friendship Heights. Il Cheesecake Factory è una catena di locali (ce n’era anche uno a San Diego ma non sapevo fosse rinomato) che è considerato uno dei luoghi di culto della cucina americana: un menu molto ricco (oltre ai cheesecake che gli hanno dato il nome c’è di tutto), porzioni abbondanti e prezzi contenuti. Anche se sono ormai le 11, è considerata ancora ora di colazione, per cui il cameriere si mostra sorpreso quando ordino un piatto di calamari fritti. Aaron invece prende una omelette ripiena di verdure e formaggio. Il piatto di calamari fritti è ottimo e abbondante, e costa molto meno che al Fritolin di Trieste. In seguito prendo una fetta di cheesecake alle fragole, che è squisito, anche se non enorme come me lo immaginavo dalle descrizioni di Aaron. Accompagno la colazione-pranzo con un ottimo mojito, e riesco a finire tutto, suscitando la meraviglia di Aaron che non mi riteneva capace di una tale impresa.
Il cheesecake alle fragole
Terminata la “colazione”, riprendiamo la metropolitana per andare a visitare la National Cathedral. È piuttosto lontana dalla stazione e fuori dalla mappa tascabile che ho portato, per cui dobbiamo contare soltanto sul nostro senso dell’orientamento. Ci perdiamo, e arriviamo a destinazione soltanto dopo aver fatto una lunga camminata di oltre 2 miglia seguendo un percorso che forse non era proprio il più breve. La National Cathedral è (tanto per cambiare) un edificio moderno in stile finto gotico, iniziato nel 1893 e finito appena nel 1990.
La facciata laterale
Vista dal chiostro
L’interno
Riusciamo a vedere l’interno soltanto brevemente, perché c’è una messa e ci cacciano via. È un peccato perché questa cattedrale ha un notevole interesse scientifico: infatti la foto di una sua finestra viene spesso usata come immagine di prova negli articoli sulle immagini ad alta dinamica. Visitiamo quindi il museo, dove si possono vedere numerose foto, documenti e progetti e leggere aneddoti relativi alla costruzione. Leggiamo che la costruzione e il mantenimento della Cattedrale sono interamente finanziati con donazioni private. Aaron approva la cosa, e mi spiega che si sentirebbe offeso se lo Stato finanziasse una religione di qualunque tipo. Durante la costruzione, molti operai si sono offerti di lavorare gratuitamente.
Aaron propone di andare a cercare il bagno, e ne troviamo uno dentro il parcheggio sotterraneo. Un cartello avvisa che le “main restrooms” sono al piano superiore, ma ci accontentiamo lo stesso. In seguito, Aaron propone di fare una passeggiata nei dintorni, per smaltire la colazione, andando all’avventura visto che siamo fuori dalla mappa. Ci avviamo verso Georgetown.
Wisconsin Avenue, Georgetown
Troviamo un negozio di libri usati e antichi, e dopo qualche minuto di ricerca Aaron (che studia storia) compra un trattato sull’anarchismo. Siccome i prezzi sono ottimi, compro anch’io un libro che mi sembra interessante. Pago con carta di credito, e nuovamente rifiutano il PIN; provo a mettere le prime 4 cifre come suggeritomi dalla banca ma ancora non va, e quindi devo pagare in contanti.
Continuamo a camminare (Aaron pur avendo qualche libbra di troppo è molto atletico) e arriviamo nel centro di Washington. Passiamo dietro alla Casa Bianca, dove ci sono alcuni sparuti manifestanti contro la guerra giusto per fare folklore.
Manifestanti contro la guerra
Riprendiamo la metropolitana; Aaron va a casa e io vado al supermercato a fare l’ultima spesa. Compro alcune bottiglie di Pete’s Wicked Ale, che mi hanno chiesto di portare perché in Italia non si trovano; speriamo che non mi si rompano in valigia. Tornato a casa, preparo una pentola di sugo. Non lo finirò tutto, e lo lascerò ad Aaron ed Ellen che me l’avevano chiesto. Provo ad usare un altro frullatore, ma funziona ancora peggio di quello dell’altra volta, e quindi alla fine mi tocca macinare le verdure con il coltello, il che non è proprio il massimo del divertimento.
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