Questa pagina contiene il diario e le foto di un viaggio in USA che ho fatto per motivi di studio e ricerca, nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione che sto seguendo presso l’Università di Trieste. Il viaggio prevede le seguenti destinazioni:

  • 14 febbraio - 23 febbraio 2008: San Diego, California, sede del congresso SPIE Medical Imaging
  • 23 febbraio - 17 marzo 2008: Silver Spring, Maryland, presso il
    NIBIB/CDRH Laboratory for the Analysis of Medical Imaging Systems
    Division of Imaging and Applied Mathematics
    Office of Science and Engineering Labs
    Center for Devices and Radiological Health
    Food and Drug Administration
Novità: mi fermo fino al 3 aprile. Per Pasqua ho fatto una breve gita a New York City.

Potete trovare il diario dell’anno scorso all’indirizzo http://ggchome.altervista.org/california

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23 febbraio 2008

Oggi alle 8 dobbiamo prendere l’aereo per Washington DC, quindi alle 5:45 incontro Luigi. Ormai ho smaltito completamente il fuso orario, quindi faccio una fatica bestiale per alzarmi. Per colazione prendo un caffè (fatto con una macchinetta che ho in camera) e un brownie (ordinato ieri sera insieme alla pizza). Prima di partire, scatto qualche foto al motel dove ho alloggiato in questi giorni.


Il Super 8 Motel

Andiamo all’aeroporto, restituiamo la macchina noleggiata e facciamo il check-in automatizzato. A me assegnano il posto, a Luigi no, dicendogli di rivolgersi al gate. Superiamo i controlli di sicurezza, togliendoci le scarpe e tirando fuori il computer dalla borsa come al solito, e andiamo a chiedere informazioni. Fortunatamente la cosa si risolve e ci imbarchiamo. L’aereo è pieno. Partiamo puntuali, e il volo dura circa 4 ore. Durante il volo servono soltanto da bere, e il cibo è a pagamento, ma in compenso in televisione danno una puntata di “Desperate Housewives”.

Arriviamo a Washington e il clima è decisamente cambiato. Fa freddo, e devo mettermi cappotto, guanti e un colbacco russo che avevo portato per il gusto di fare il trasgressivo. Molte persone parlano un inglese stranissimo, che facciamo molta fatica a capire. Chiediamo all’ufficio informazioni come raggiungere Silver Spring, e dopo molta fatica per capirci apprendiamo che gli unici mezzi sono la navetta del Maryland (2 ore di attesa), la navetta dell’aeroporto (20 minuti di attesa e 1 ora di viaggio) o il taxi (mezz’ora di viaggio ma più costoso). Optiamo per il taxi. Il tassista, etiope, è molto chiacchierone, e all’inizio pensa che siamo russi.

Arriviamo all’albergo e ci sistemiamo nella stanza (una per ciascuno) al 15° piano con letto “king size” e rete wireless. Siccome è presto decidiamo di andare oggi a vedere la camera che intendo affittare (per 3 settimane un affitto costa molto meno di un albergo), invece di domani mattina come avevo concordato. La camera è soltanto per me, ma anche Luigi viene a vederla per accertarsi che la sistemazione sia buona. Per trovare la camera avevo fatto molta fatica. Aldo mi aveva segnalato un sito web di annunci gestito dalla FDA, ma l’unico a Silver Spring affittava per minimo 3 mesi. Avevo provato su un altro sito di annunci abbastanza noto, Craigslist, che mi avevano segnalato già l’anno scorso per Santa Barbara, ma tutti si trovavano in zone molto lontane, o non rispondevano al telefono, o affittavano per minimo 3-6 mesi, o avevano camere non ammobiliate, o cercavano femmine o gay (effettivamente mi è venuto il dubbio di aver scelto il sito web sbagliato, ma non ne conosco altri). Quindi avevo pubblicato io un annuncio, indicando il periodo esatto di permanenza, e ho ricevuto alcune offerte, di cui la migliore era da una signora di nome Ellen, che abita abbastanza vicino (0,8 miglia) alla stazione della metropolitana di Forest Glen.

Telefono a Ellen, che è in casa, e gentilmente si offre di venirci a prendere in auto alla stazione di Forest Glen. Andiamo a piedi alla stazione di Silver Spring, che è abbastanza vicina; fa freddo e per strada c’è un po’ di neve. La metropolitana di Washington (che serve anche le città vicine, tra cui Silver Spring) ha un sistema di tariffe molto complesso, e dobbiamo chiedere aiuto al sorvegliante. Il prezzo della corsa dipende dal percorso e dall’ora di ingresso, e si usa una tessera prepagata chiamata “Farecard” da timbrare all’ingresso e all’uscita. Se il credito sulla tessera non è sufficiente per uscire, si può ricaricare con un’apposita macchinetta. Gli abbonamenti sono molto costosi (7,80$ per un giornaliero, 39$ per un settimanale). Io prendo un settimanale e Luigi una Farecard, e prendiamo il treno per Forest Glen, che è ad una fermata da Silver Spring. La stazione di Forest Glen è a quanto pare la più profonda di tutta la rete (60 metri sotto terra), e per uscire ci sono 6 ascensori e un lungo tunnel da percorrere a piedi.


La stazione di Forest Glen

Telefono a Ellen (inaugurando la SIM americana che avevo comprato), che ci viene a prendere; come segno di riconoscimento uso la felpa di Santa Barbara, che funziona alla perfezione. La casa è bella, in un quartiere tranquillo e vicino ad un parco, e la camera mi piace. Ho un bagno tutto mio, rete wireless, lavatrice e asciugatrice, e la cucina ha il forno a microonde e la lavastoviglie. Faccio amicizia con il gatto, che si chiama Zen ed è molto pigro e piuttosto in sovrappeso. In quel momento arrivano due amiche di Ellen, che erano venute per guardare un film in compagnia e parlano un poco di italiano. Dopo varie ciacole torniamo in albergo, e decidiamo di andare a piedi fino alla stazione per vedere la distanza. Con la mappa ci orientiamo, e impieghiamo circa 10 minuti.

Per cena andiamo in un ristorante marocchino, in un centro commerciale vicino alla stazione. Prendo una “Bastilla” (una torta ripiena di pollo, mandorle e cannella), un enorme piatto di couscous con varie carni e verdure, e da bere un ottimo frullato di frutta e verdure miste.


Il couscous

Dopo cena facciamo una passeggiata per Downtown Silver Spring. Notiamo che qui gli automobilisti sono scatenati, suonano all’impazzata e passano spesso con il rosso; mentre attraversiamo la strada uno passa a tutta velocità facendo il pelo ad una signora di colore che si mette a porconare in un inglese incomprensibile. In seguito andiamo a fare shopping in libreria e poi andiamo a dormire.

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