Oggi alle 8 dobbiamo prendere l’aereo per Washington DC, quindi alle 5:45 incontro Luigi. Ormai ho smaltito completamente il fuso orario, quindi faccio una fatica bestiale per alzarmi. Per colazione prendo un caffè (fatto con una macchinetta che ho in camera) e un brownie (ordinato ieri sera insieme alla pizza). Prima di partire, scatto qualche foto al motel dove ho alloggiato in questi giorni.
Il Super 8 Motel
Andiamo all’aeroporto, restituiamo la macchina noleggiata e facciamo il check-in automatizzato. A me assegnano il posto, a Luigi no, dicendogli di rivolgersi al gate. Superiamo i controlli di sicurezza, togliendoci le scarpe e tirando fuori il computer dalla borsa come al solito, e andiamo a chiedere informazioni. Fortunatamente la cosa si risolve e ci imbarchiamo. L’aereo è pieno. Partiamo puntuali, e il volo dura circa 4 ore. Durante il volo servono soltanto da bere, e il cibo è a pagamento, ma in compenso in televisione danno una puntata di “Desperate Housewives”.
Arriviamo a Washington e il clima è decisamente cambiato. Fa freddo, e devo mettermi cappotto, guanti e un colbacco russo che avevo portato per il gusto di fare il trasgressivo. Molte persone parlano un inglese stranissimo, che facciamo molta fatica a capire. Chiediamo all’ufficio informazioni come raggiungere Silver Spring, e dopo molta fatica per capirci apprendiamo che gli unici mezzi sono la navetta del Maryland (2 ore di attesa), la navetta dell’aeroporto (20 minuti di attesa e 1 ora di viaggio) o il taxi (mezz’ora di viaggio ma più costoso). Optiamo per il taxi. Il tassista, etiope, è molto chiacchierone, e all’inizio pensa che siamo russi.
Arriviamo all’albergo e ci sistemiamo nella stanza (una per ciascuno) al 15° piano con letto “king size” e rete wireless. Siccome è presto decidiamo di andare oggi a vedere la camera che intendo affittare (per 3 settimane un affitto costa molto meno di un albergo), invece di domani mattina come avevo concordato. La camera è soltanto per me, ma anche Luigi viene a vederla per accertarsi che la sistemazione sia buona. Per trovare la camera avevo fatto molta fatica. Aldo mi aveva segnalato un sito web di annunci gestito dalla FDA, ma l’unico a Silver Spring affittava per minimo 3 mesi. Avevo provato su un altro sito di annunci abbastanza noto, Craigslist, che mi avevano segnalato già l’anno scorso per Santa Barbara, ma tutti si trovavano in zone molto lontane, o non rispondevano al telefono, o affittavano per minimo 3-6 mesi, o avevano camere non ammobiliate, o cercavano femmine o gay (effettivamente mi è venuto il dubbio di aver scelto il sito web sbagliato, ma non ne conosco altri). Quindi avevo pubblicato io un annuncio, indicando il periodo esatto di permanenza, e ho ricevuto alcune offerte, di cui la migliore era da una signora di nome Ellen, che abita abbastanza vicino (0,8 miglia) alla stazione della metropolitana di Forest Glen.
Telefono a Ellen, che è in casa, e gentilmente si offre di venirci a prendere in auto alla stazione di Forest Glen. Andiamo a piedi alla stazione di Silver Spring, che è abbastanza vicina; fa freddo e per strada c’è un po’ di neve. La metropolitana di Washington (che serve anche le città vicine, tra cui Silver Spring) ha un sistema di tariffe molto complesso, e dobbiamo chiedere aiuto al sorvegliante. Il prezzo della corsa dipende dal percorso e dall’ora di ingresso, e si usa una tessera prepagata chiamata “Farecard” da timbrare all’ingresso e all’uscita. Se il credito sulla tessera non è sufficiente per uscire, si può ricaricare con un’apposita macchinetta. Gli abbonamenti sono molto costosi (7,80$ per un giornaliero, 39$ per un settimanale). Io prendo un settimanale e Luigi una Farecard, e prendiamo il treno per Forest Glen, che è ad una fermata da Silver Spring. La stazione di Forest Glen è a quanto pare la più profonda di tutta la rete (60 metri sotto terra), e per uscire ci sono 6 ascensori e un lungo tunnel da percorrere a piedi.
La stazione di Forest Glen
Telefono a Ellen (inaugurando la SIM americana che avevo comprato), che ci viene a prendere; come segno di riconoscimento uso la felpa di Santa Barbara, che funziona alla perfezione. La casa è bella, in un quartiere tranquillo e vicino ad un parco, e la camera mi piace. Ho un bagno tutto mio, rete wireless, lavatrice e asciugatrice, e la cucina ha il forno a microonde e la lavastoviglie. Faccio amicizia con il gatto, che si chiama Zen ed è molto pigro e piuttosto in sovrappeso. In quel momento arrivano due amiche di Ellen, che erano venute per guardare un film in compagnia e parlano un poco di italiano. Dopo varie ciacole torniamo in albergo, e decidiamo di andare a piedi fino alla stazione per vedere la distanza. Con la mappa ci orientiamo, e impieghiamo circa 10 minuti.
Per cena andiamo in un ristorante marocchino, in un centro commerciale vicino alla stazione. Prendo una “Bastilla” (una torta ripiena di pollo, mandorle e cannella), un enorme piatto di couscous con varie carni e verdure, e da bere un ottimo frullato di frutta e verdure miste.
Il couscous
Dopo cena facciamo una passeggiata per Downtown Silver Spring. Notiamo che qui gli automobilisti sono scatenati, suonano all’impazzata e passano spesso con il rosso; mentre attraversiamo la strada uno passa a tutta velocità facendo il pelo ad una signora di colore che si mette a porconare in un inglese incomprensibile. In seguito andiamo a fare shopping in libreria e poi andiamo a dormire.
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