La mattina trascorre senza novità di rilievo. Rimango a casa a lavorare, perché fuori è piuttosto ventoso e non ho particolarmente voglia di uscire. Nel pomeriggio viene a trovarci Jennifer, una vicina di casa di Ellen, e prendiamo un tè. Jennifer parla abbastanza bene l’italiano, visto che suo marito è italiano ed hanno vissuto a lungo in Italia. Era anche passata per Trieste qualche decennio fa, andando verso la Jugoslavia, e ne ha un vago ricordo. Ha 3 figlie; una, di nome Tessa, viene un attimo a trovarci ma soltanto per battere cassa e sparisce subito, senza degnarci di un saluto visto che evidentemente l’assegno che Jennifer le ha dato era molto più eccitante di qualunque forma di vita. Dopo un po’ di ciacole Ellen propone di andare al cinema domani sera, e mi aggrego volentieri anche se non conosco il film.
Verso sera arriva un nuovo coinquilino: Aaron, da Los Angeles, che studia lettere è qui per consultare dei documenti ai National Archives. Ellen ci accompagna al supermercato a fare la spesa. Facciamo amicizia, anche se talvolta faccio fatica a capirlo perché parla un inglese molto dialettale. Aaron dorme in un’altra camera al piano inferiore, e ha un suo bagno. La prima sera stiamo un po’ stretti in cucina, anche perché devo lasciargli spazio nel frigorifero e nella dispensa, ma confido che troveremo come sistemarci.
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