La giornata è decisamente più calda delle precedenti, quindi decido di andare in giro per Washington con Aaron. Scegliamo all’unanimità di andare a visitare lo Smithsonian National Air and Space Museum. Nella mattina Aaron ha altri impegni, e propone di telefonarmi quando ha finito per decidere dove trovarci. In seguito mi chiama proponendo di trovarci direttamente al museo, quindi compro un abbonamento giornaliero per la metropolitana e mi reco sul posto.
La metropolitana è piuttosto costosa, ma in compenso le stazioni sono notevoli dal punto di vista architettonico. Le più importanti, in particolare quelle dove più linee si incrociano, sono delle enormi sale sotterranee. Sono anche incredibilmente pulite, niente graffiti. Per evitare il proliferare di topi e scarafaggi vari è vietatissimo mangiare, e i trasgressori rischiano l’arresto.
La stazione di Metro Center
Leggevo però che ci sono stati numerosi incidenti con scontri, deragliamenti, scambi difettosi, incendi, allagamenti, che hanno provocato numerosi morti e feriti. La stazione di Forest Glen è molto umida, in alcuni punti si sente chiaramente il rumore di acqua corrente e c’è sempre un rigagnolo in mezzo ai binari. Spesso vengono annunciati ritardi causati da altri treni guasti o da lavori di manutenzione.
L’esterno dello Smithsonian National Air and Space Museum
Il museo è gratuito, e si rivela molto interessante. Sono esposti numerosi aerei e veicoli spaziali storici, e ci sono varie sezioni dedicate a vari temi, come ad esempio la storia dell’aviazione civile, l’uso di calcolatori, i motori, l’equipaggiamento degli astronauti.
Il modulo di comando dell’Apollo 11
Lo Spirit of Saint Louis, il primo aereo che ha attraversato l’Oceano Atlantico
L’aereo dei Fratelli Wright (la stoffa sulle ali è nuova)
In una sala del museo si trova temporaneamente la mostra “Treasures of American History”, proveniente dal National Museum of American History che adesso è chiuso per restauro. La mostra contiene numerosi oggetti rappresentativi della storia americana quali invenzioni, documenti, capi di abbigliamento, scene e costumi di film.
I robot di Star Wars e un pannello dell’ENIAC
Terminata la visita, andiamo velocemente al National Museum of the American Indian. Jennifer ci aveva segnalato che nella cafeteria si possono provare numerosi piatti tipici provenienti da varie regioni americane. Visto che sono ormai le 3 ed entrambi iniziamo ad avere fame, andiamo direttamente alla cafeteria, ed effettivamente c’è l’imbarazzo della scelta. I prezzi sono piuttosto cari, ma la qualità è notevole. Rinuncio a prendere un “sampler”, troppo grande perfino per me (e non condivisibile perché Aaron è vegetariano), e mi accontento di una più piccola (più piccola, non piccola) Rib Eye Steak con 2 contorni.
La Rib Eye Steak con 2 contorni
Tra non molto abbiamo l’appuntamento al cinema, quindi non facciamo in tempo a visitare il resto del museo. Facciamo una breve passeggiata per il National Mall e andiamo a prendere la metropolitana.
L’esterno del National Museum of the American Indian
Lo Smithsonian Castle, adesso sede dell’amministrazione e dell’ufficio informazioni
Ritorniamo a Silver Spring e ci affrettiamo al cinema Majestic, dove Ellen ci sta aspettando. Siamo solo noi, perché Jennifer non è potuta venire. Il cinema è un multisala con 20 sale dotate di tutti i comfort, comprese le poltrone con schienali reclinabili. Il film si intitola “Be kind rewind”. Non riesco a capirlo tutto, perché alcuni personaggi parlano un inglese molto dialettale, ma è comunque molto divertente. Vi consiglio di vederlo, se uscirà in Italia.
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