Questa pagina contiene il diario e le foto di un viaggio in USA che ho fatto per motivi di studio e ricerca, nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione che sto seguendo presso l’Università di Trieste. Il viaggio prevede le seguenti destinazioni:

  • 14 febbraio - 23 febbraio 2008: San Diego, California, sede del congresso SPIE Medical Imaging
  • 23 febbraio - 17 marzo 2008: Silver Spring, Maryland, presso il
    NIBIB/CDRH Laboratory for the Analysis of Medical Imaging Systems
    Division of Imaging and Applied Mathematics
    Office of Science and Engineering Labs
    Center for Devices and Radiological Health
    Food and Drug Administration
Novità: mi fermo fino al 3 aprile. Per Pasqua ho fatto una breve gita a New York City.

Potete trovare il diario dell’anno scorso all’indirizzo http://ggchome.altervista.org/california

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17 marzo 2008

Oggi devo fare alcuni adempimenti burocratici per l’estensione del soggiorno. L’agenzia di viaggi ha già prenotato il nuovo volo, però bisogna anche cambiare i biglietti. Siccome ho i biglietti cartacei, inizialmente mi avevano detto che dovevo andare di persona ad una biglietteria della Lufthansa e cambiario, il che è una scocciatura perché la più vicina è all’aeroporto. Telefonando al call center americano, invece, mi avevano detto che si può fare il cambio anche per telefono. Oggi ritelefono ed effettivamente mi lasciano fare il cambio; devo pagare con carta di credito la penale di 150$ e dovrò comunque andare alla biglietteria il giorno della partenza per farli ristampare. Inoltre devo pagare l’affitto della camera, e siccome ho finito i travelers cheques e non ho abbastanza contanti decidiamo di fare un bonifico. Il problema è che la banca di Ellen, oltre a perdere gli assegni, non ha un codice SWIFT. Mi faccio dare comunque tutti i dati disponibili e li mando.

Le misure per ora sono finite, e quindi passiamo al prossimo punto nel programma di ricerca. Per testare gli strumenti di medical imaging, oltre ad organizzare prove con radiologi, qui hanno sviluppato un “computational observer” che consente di eseguire le prove in modo automatico su migliaia di immagini. Su alcune delle immagini di prova si aggiunge una macchia che simula la presenza di un nodulo o tumore, e le si elabora con l’algoritmo in esame; in seguito il computational observer tenta di rilevare la presenza del tumore, e in questo modo si verifica se l’algoritmo migliora o peggiora la probabilità di corretta diagnosi. Il problema è che il computational observer gira su un cluster con Linux, e il mio programma non è compatibile, e quindi mi toccherà riscriverlo quasi tutto. Sorge anche il dubbio se sia il caso di fornire il codice sorgente.

Nel pomeriggio, proprio non riesco a resistere ad una tentazione. Ho a disposizione un radiometro e un colorimetro, quindi in un attimo di pausa mi chiudo nel laboratorio e faccio una calibrazione del monitor del mio portatile. Pur essendo una prova fatta in velocità, i risultati sono notevoli e le foto si vedono molto meglio.

Per tornare a casa prendo l’autobus delle 17:50, sul quale incontro Kellie e il signore etiope. C’è anche un signore che parla un po’ di italiano, con un forte accento napoletano. Kellie indossa una maglietta con la scritta “My next boyfriend will be normal”. Kellie mi racconta che il suo lavoro è piuttosto noioso. Il suo compito è catalogare le varie carte che le aziende mandano alla FDA per richiedere l’approvazione dei loro prodotti, e inoltrarle all’ufficio competente. Parliamo di cibo, e mi chiede se sono stato in qualche ristorante italiano qui. Rispondo di no, perché avrebbe poco senso. Kellie concorda, e aggiunge che neanche lei andrebbe a mangiare al McDonald’s in Italia. Le racconto quello che so cucinare, e lo trova notevole; stranamente anche lei come molti pensa che le crêpes siano un piatto particolarmente raffinato, mentre in realtà sono banalissime. Arriviamo a Silver Spring, e prima di prendere la metropolitana vado in libreria a comprare una rivista. Kellie viene con me ed è molto contenta, dice che ci conosciamo appena e ho già indovinato uno dei suoi posti preferiti. In seguito torniamo alla stazione e ci salutiamo.

Prima di andare a casa mi fermo al supermercato, e tra le varie cose compro gli ingredienti per fare il sugo. Arrivato a casa, lo preparo. Ho qualche difficoltà perché il frullatore che Ellen ha non è un gran che, ma alla fine ci riesco e viene bene.

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