Stamattina Zen mi sveglia mettendosi a miagolare a squarciagola. Evidentemente ha fame, ma non so dove sono le scatolette e tutti dormono ancora di sasso. In mancanza di altro, gli spruzzo un po’ di panna montata; se la mangia di gusto e se ne torna a dormire.
Oggi in laboratorio c’è Qian, ma il mio programma non è ancora pronto. È molto più difficile del previsto, e mi ci vorrà ancora qualche giorno. Faccio una riunione con Aldo per discutere delle specifiche, e in seguito facciamo la ormai rituale phone conference con i colleghi italiani. Le prove che faccio durante la giornata confermano quanto purtroppo temevo: con la modifica suggerita da Aldo, la semplificazione che avevo trovato non funziona più e devo modificare l’algoritmo. Dopo alcuni tentativi e parecchie pagine di calcoli, riesco a ricondurmi al calcolo di un minimo vincolato di un polinomio a tratti, che è fattibile. Il programma modificato è visibilmente più lento del precedente, però mi dicono che in questo momento la velocità non interessa; anzi Aldo è sorpreso di quanto sia veloce. Ad essere sinceri, mi pare che la modifica suggerita peggiori notevolmente i risultati, ma questo lo decideranno le prove future. Per pranzo mi mangio una “mushroom quiche” comprata al supermercato e riscaldata nel forno a microonde; ne ho mangiate di migliori ma sazia ed è meglio della mensa. Il bonifico per il programma per telefonare via Internet è arrivato, e ho diritto a 4 mesi di telefonate (quasi) illimitate.
Tornando a casa, incontro in autobus Kellie, il signore etiope e l’altro signore che parla italiano. Kellie ha una maglietta con scritto “The world does revolve around me”. È molto assonnata e meno loquace del solito; mi racconta che stanotte ha dormito poco perché il suo cane continuava a mugolare e ha dovuto portarlo fuori. Dev’esserci qualcosa di strano nell’aria, perché anche Zen ultimamente rompe più del solito. Probabilmente è tutta colpa della congiunzione tra Saturno e Urano, o forse sono semplicemente nervosi a causa della fine del mondo imminente.
Per cena mi preparo una pasta al sugo, e siccome ho finito la carne devo accontentarmi di una scatoletta di tonno. Ha un sapore alquanto disgustoso, e scopro facilmente la causa: invece che con olio di oliva, è preparato con olio di soia e brodo. Ormai ho imparato che, ogni volta che comprerò qualcosa, dovrò leggere molto attentamente gli ingredienti.
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