La colazione nell’albergo è piuttosto misera: in un angolo della reception c’è un tavolo con caffè, dolci e cereali, da mangiare in piedi. C’è un forno a microonde per scaldare i dolci. Il cielo è nuvoloso, e la temperatura (40°F) è sensibilmente più fredda che a Washington, per cui devo mettermi guanti e cappello.
Compro un abbonamento giornaliero (7,50$) e prendo la metropolitana (l’“Express” di ieri sera) in direzione Manhattan. Il treno attraversa l’East River sul Manhattan Bridge e dopo poche fermate arriva a 57th Street, presso il Central Park, dove scendo. Mi procuro una mappa della metropolitana e questo semplifica notevolmente la vita.
Columbus Circle e il Time Warner Center
Entro un attimo nel Time Warner Center per soddisfare i bisogni fisiologici, mi mangio un hot dog e mi incammino nel Central Park. Scatto alcune foto dalla cima di una collina rocciosa.
Verso Columbus Circle
Scendo verso The Pond, nei pressi dello storico Plaza Hotel. Inizialmente avevo pensato di dormire qui, ma mi dicono che è piuttosto decaduto, per cui ho optato per l’albergo a Brooklyn.
Il Plaza Hotel
La pista di pattinaggio presso The Pond
The Pond
Altra foto del Plaza Hotel
Attraverso il Central Park Wildlife Center ed uscendo passo sotto il Delacorte Clock. Ad ogni ora suona e le statue di animali muovono. Sono quasi le 11, quindi aspetto qualche minuto e mi godo lo spettacolo.
Il Delacorte Clock
Esco dal parco, mi mangio un hot dog e mi incammino verso est.
Park Avenue
L’East River e Roosevelt Island visti dalla 72nd Street
Pranzo in un ristorante messicano, dove prendo una zuppa e un burrito, piuttosto deludente in confronto a quelli che avevo mangiato a San Diego. In seguito prendo la metropolitana verso Harlem e scendo a 125th Street. Prendo un autobus (l’abbonamento giornaliero vale anche per gli autobus) lungo la 125th Street e scendo a Broadway. In questa zona la metropolitana è sopraelevata, e i treni passando fanno un rumore notevole. Questo forse spiega perché la gente di questi quartieri ha la fama di essere piuttosto nervosa.
La ferrovia sopraelevata e la stazione di Broadway & 125th Street
125th Street, Harlem, vista dalla stazione sopraelevata
Prendo un treno verso nord, fino al confine con il Bronx; scatto qualche foto e torno indietro.
Il Bronx
Il Broadway Bridge
Faccio un tratto in metropolitana e, quando va sotto terra, scendo e prendo un autobus per vedere meglio. L’idea si rivela sbagliata: l’autobus è in ritardo, inoltre un disabile in sedia a rotelle deve salire, ma l’autista è inesperta e impiega parecchio tempo per aprire la pedana e fissarlo in posizione. Scendo nei pressi della Columbia University.
Edifici della Columbia University
Riprendo la metropolitana e scendo a City Hall
Fauna locale nel City Hall Park
Il Manhattan Municipal Building
Brooklyn Bridge
Andando verso sud, passo accanto a Ground Zero. Non c’è molto da vedere: la zona è transennata, e ci sono lavori in corso, con una continua fila di autocarri che entrano ed escono dal cantiere. Evito di comprare gadget commemorativi e mi limito a fare una foto a distanza.
Ground Zero
Cedar Street; in lontananza l’American International Building
Cammino lungo Wall Street. Incrocio una manifestazione a favore del Tibet, con un corteo di automobili che portano striscioni contro la Cina.
Il palazzo della New York Stock Exchange
Wall Street e la Trinity Church
Una tipica scena a New York: il vapore che esce dai tombini
Giungo alla riva dell’East River e mi incammino verso sud, in direzione della Statua della Libertà.
Brooklyn Bridge e il Manhattan Bridge
Purtroppo è ormai tardi, e la biglietteria per il traghetto è già chiusa, quindi mi limito a guardare la Statua della Libertà da lontano.
Liberty Island
Battery Park; sulla destra il Castle Clinton National Monument
Ormai è quasi ora di cena. Per stasera mi hanno consigliato di andare alla Old Homestead Steakhouse, la più antica di New York. Avevo telefonato per prenotare, ma mi aveva risposto una segreteria telefonica e non mi hanno richiamato per conferma. Speriamo in bene. Prendo la metropolitana e scendo a 14th Street & Union Square. Union Square è invasa da una folla scatenata, e numerosi poliziotti sono sul posto a vigilare. Alcuni manifesti a favore del Tibet fanno inizialmente pensare ad un seguito violento del corteo di prima, ma guardando meglio mi accorgo che è invece una “pillow fight”.
La “pillow fight” a Union Square
La tentazione di ingrumare un cuscino e gettarmi nella mischia è fortissima, ma purtroppo ci devo rinunciare per il timore di rompermi gli occhiali. Infatti nessuno dei partecipanti ha gli occhiali, e senza non ci vedo niente. Inoltre è probabile che se dopo vado alla steak house coperto di piume e puzzolente come una capra in calore potrei dare una cattiva impressione. Mi incammino quindi lungo la 14th Street (dove si trovano numerosi noleggi di video a luci rosse) e vado alla steak house. Le mie preoccupazioni per la prenotazione si rivelano infondate, perché il locale è quasi vuoto. Ordino una Prime Rib da 32 once (con osso, però) e una birra Duvel; mi portano anche un piatto di garlic bread con salsa al formaggio fuso.
La Prime Rib
La porzione è decorosa, ma la qualità si rivela inferiore alle aspettative, perché la carne è piuttosto dura e poco saporita. La Prime Rib che avevo mangiato un mese fa a Silver Spring era decisamente meglio. Evidentemente il locale è decaduto, anche se ci sono 3 camerirere in minigonna che cercano di dargli un tocco di eleganza e classe. Il conto è comunque salato; un altro chiaro segno di decadenza è che sullo scontrino è stampato automaticamente l’importo suggerito per la mancia, evidentemente perché i clienti danno meno del previsto. Non credo che porterò qui le mie amichette, neanche quando ne troverò una che merita di essere portata da qualche parte.
Terminata la cena, riprendo la metropolitana e torno in albergo. Faccio un percorso diverso rispetto a ieri, e grazie alla mappa mi oriento facilmente.
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