Questa pagina contiene il diario e le foto di un viaggio in USA che ho fatto per motivi di studio e ricerca, nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione che sto seguendo presso l’Università di Trieste. Il viaggio prevede le seguenti destinazioni:

  • 14 febbraio - 23 febbraio 2008: San Diego, California, sede del congresso SPIE Medical Imaging
  • 23 febbraio - 17 marzo 2008: Silver Spring, Maryland, presso il
    NIBIB/CDRH Laboratory for the Analysis of Medical Imaging Systems
    Division of Imaging and Applied Mathematics
    Office of Science and Engineering Labs
    Center for Devices and Radiological Health
    Food and Drug Administration
Novità: mi fermo fino al 3 aprile. Per Pasqua ho fatto una breve gita a New York City.

Potete trovare il diario dell’anno scorso all’indirizzo http://ggchome.altervista.org/california

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25 febbraio 2008

Oggi è il primo giorno di lavoro alla FDA. Per colpa del fuso orario (siamo sulla costa est, 3 ore più della California) faccio parecchia fatica ad alzarmi. Facciamo una frugale colazione nel bar dell’albergo, quindi prendiamo un taxi per portare la mia valigia alla casa dove mi trasferirò oggi. La lascio in camera, quindi ripartiamo per il campus della FDA. Per entrare bisogna superare alcuni controlli di sicurezza. Il primo si trova all’ingresso del parcheggio; chi vuole parcheggiare deve mostrare il permesso, ma per gli altri non ci sono problemi. All’ingresso dell’edificio dobbiamo mostrare i documenti, passare la borsa sotto i raggi X, passare sotto il metal detector e firmare un registro. Telefonano ad Aldo per verificare che abbiamo diritto ad entrare, quindi ci marchiano con un’etichetta da incollare al vestito e ci lasciano salire.

Gli edifici del campus sono moderni, e alcuni sono tuttora in costruzione. La zona era in passato un Naval Surface Warfare Center, che recentemente è stato chiuso e convertito in Federal Research Center. Ci assegnano una postazione con scrivania, telefono, presa di rete, stampante laser a colori (condivisa), Kensington lock, cassetto con una scorta di cancelleria, e un’ampia finestra con vista panoramica sul parcheggio e tende regolabili. Non trovo il guardaroba, ma pazienza. Vicino al laboratorio c’è una dispensa con un frigorifero, macchinetta del caffè, forno a microonde, distributore di acqua calda per fare il tè e un armadio con ampie scorte di tè, caffè, zucchero e il famigerato “creamer”. Il tè e il caffè costano 25 centesimi, da lasciare in un cestino sul tavolo. Visitiamo alcuni laboratori: quello per misure sui monitor, dove lavorerò io, e uno per le TAC, dove fanno prove con un apposito manichino (che qui chiamano “phantom”) nel quale vengono inseriti degli oggetti che simulano i noduli polmonari. Facciamo una riunione in cui discutiamo del lavoro da fare. Per pranzo, Aldo ci porta in un ristorante indiano nel centro commerciale di White Oak, vicino al campus, dove c’è un ottimo buffet.

Terminata la giornata di lavoro, Aldo gentilmente accompagna in auto Luigi all’albergo e me a casa. Ellen non c’è, ma ho una copia delle chiavi. Il gatto Zen mi accoglie, e come segno di benvenuto mi autorizza a dargli da mangiare. Ellen mi aveva detto che è molto bravo a comunicare, ed effettivamente ci capiamo al volo anche senza parole. Purtoppo non ho idea di dove sia il cibo per gatti, e non ho ancora fatto la spesa, quindi devo rinunciare (con grande dispiacere per entrambi) a questo raro privilegio.

Verso sera torno a Silver Spring, dove ho appuntamento con Luigi per andare a cena. Proviamo ad andare in un ristorante di pesce consigliato dall’albergo, ma dopo una lunga camminata lo troviamo chiuso. Propongo di andare ad un ristorante giapponese, ma Luigi ha avuto brutte esperienze in passato, e preferisce un ristorante italiano, anche perché le cucine esotiche che avevamo provato nei giorni scorsi erano decisamente troppo speziate. Proviamo un ristorante segnalato dalla guida, ma non ci ispira, quindi andiamo ad un grill che avevamo già notato nei giorni scorsi. Prendiamo una minestra di patate, seguita dai due piatti speciali della casa, una bistecca “Prime Rib” e una bistecca di tonno, che condividiamo metà per ciascuno. Il tonno è preparato in stile giapponese, accompagnato da salsa di soia, wasabi e la famigerata alga con un retrogusto di detersivo. Nonostante ciò si rivela ottimo, ed entrambi siamo soddisfatti. Purtroppo certe cose nella vita non si possono evitare, e nonostante tutti i tentativi prima o poi capitano. La Prime Rib è eccezionale, indubbiamente la migliore carne che ho mangiato in questo viaggio. Le cameriere sono molto cortesi e simpatiche, e si meritano una mancia del 20%. Lo chef è italiano, e questo probabilmente spiega la qualità.

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