Questa pagina contiene il diario e le foto di un viaggio in USA che ho fatto per motivi di studio e ricerca, nell’ambito del Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Informazione che sto seguendo presso l’Università di Trieste. Il viaggio prevede le seguenti destinazioni:

  • 14 febbraio - 23 febbraio 2008: San Diego, California, sede del congresso SPIE Medical Imaging
  • 23 febbraio - 17 marzo 2008: Silver Spring, Maryland, presso il
    NIBIB/CDRH Laboratory for the Analysis of Medical Imaging Systems
    Division of Imaging and Applied Mathematics
    Office of Science and Engineering Labs
    Center for Devices and Radiological Health
    Food and Drug Administration
Novità: mi fermo fino al 3 aprile. Per Pasqua ho fatto una breve gita a New York City.

Potete trovare il diario dell’anno scorso all’indirizzo http://ggchome.altervista.org/california

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7 marzo 2008

Per colazione preparo un pentolone di cioccolata, che condivido con gli altri inquilini. Sto diventando lo chef ufficiale della casa. Aaron, che è vegetariano, si cucina dei piatti a base di verdure e formaggio. Ellen invece mangia quasi sempre piatti pronti scaldati con il forno a microonde, anche se una volta aveva fatto un’ottima zuppa di tacchino.

Un mio amico mi aveva chiesto quanto costa qui la benzina. Nel caso interessi a qualcuno, ad un distributore Shell vicino al laboratorio la più economica costa 3,169$ al gallone. Non so se il prezzo è con o senza tassa, e non saprei neanche quanto vale la tassa, che a quanto pare varia a seconda del tipo di prodotto. Con il cambio di oggi equivale a 0,5439 euro al litro, centesimo più centesimo meno. È piuttosto cara, e infatti sento spesso gente che si lamenta.

Le misure sono venute, perché mi sono ricordato di accendere il registratore e l’antivirus non ha fatto danni, visto che l’avevo messo in condizione di non nuocere. Sono abbastanza bravo a mettere le cose fuori uso, è a farle funzionare che a volte ho qualche difficoltà. I risultati però continuano a non convincermi. C’è tantissimo rumore nelle zone scure, e addirittura le misure vengono non monotoniche. Provo a misurare la corrente di buio e a sottrarla, ma i risultati non migliorano di molto. Forse la corrente di buio varia nel tempo, e questo decisamente complica la cosa. Ne discuto con Aldo, e scambio qualche e-mail con il professore, ma nessuno riesce a trovare risposte convincenti.

Per ora di pranzo vado a trovare Ted Einstein all’università del Maryland. C’è un autobus, che però ferma piuttosto lontano dal laboratorio. Inoltre è un Metrobus, e devo pagare il biglietto visto che l’abbonamento che ho vale solo per il Ride On. In compenso ho diritto ad un “transfer ticket” per tornare gratis. Non ho altra scelta, quindi lo prendo, e dopo un lungo viaggio arrivo al Dipartimento di Fisica. È facile da trovare, perché proprio davanti la strada fa una rotatoria e nell’aiuola in mezzo è disegnata una grossa M. Trovo l’ufficio di Ted, e dopo i saluti ci avviamo verso il ristorante. Lungo la strada, mi indica i vari edifici del campus e me ne racconta la storia. Il cielo molto nuvoloso non mi ispira di fare foto, ma comunque prevedo di tornare e quindi potrò rimediare. Ted mi porta in un locale greco, dove servono kebab e altri piatti che non conosco. Prendo un “souvlaki platter”, che mi ispira; tra gli ingredienti c’è peperoncino piccante, ma fortunatamente è un pezzo intero che si può facilmente tirare via. È abbondante e abbastanza buono, anche se non entusiasmante. Da bere ordino dell’acqua minerale, ma mi guardano storto. Qui non servono acqua semplice, ma soltanto acqua arricchita con vitamine e altre cose. Opto per un succo d’uva, che si rivela di origine esclusivamente chimica.

Nel frattempo inizia a piovere. Torniamo al dipartimento, e Ted mi mostra alcuni laboratori, quindi torniamo nel suo ufficio e chiacchieriamo un po’ di musica. Nel pomeriggio ci sarebbe una visita guidata al campus, ma visto che piove non ho molta voglia e rimando ad un altro giorno. Torno allora alla fermata dell’autobus, ma non passa mai. Passano in continuazione dei bus navetta dell’università, ma non vanno dove serve a me. La strada è ingorgata, e probabilmente una corsa è saltata. Dopo un’ora di attesa, finalmente arriva. Piove a dirotto, e nel fare la camminata dalla fermata al laboratorio mi inzuppo fino al limite della capienza, pur essendo equipaggiato di giacca e ombrello. Passando sotto il metal detector lo faccio suonare e devo togliermi l’orologio. Tutte le altre volte sono passato con l’orologio addosso e non suonava. Evidentemente essendo bagnato le mie proprietà elettromagnetiche sono cambiate. Aldo è già andato via, e anche gli altri colleghi se ne stanno andando. Nel pomeriggio faccio una misura della risposta subpixel del monitor.

Mentre faccio una pausa in dispensa, una guardia della sicurezza mi chiede se il mio supervisore è presente. Mi dice che non potrei nemmeno girare per l’edificio senza qualcuno che mi accompagna. Per fortuna basta che ci sia qualcuno con la badge della FDA, e c’è uno studente in un laboratorio, quindi posso restare. Però devo stare attento, perché in passato qualcuno ha perso il posto per aver lasciato entrare visitatori senza rispettare tutte le regole. In ogni caso mi ribadisce che non posso restare nell’edificio “after hours” (che, come riesco ad appurare, significa le 18). La misura che sto facendo dovrebbe finire pochi minuti prima delle 18, quindi la riesco a completare e ad uscire appena in tempo.

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