Oggi verso le 5:30 di mattina Zen mi sveglia mettendosi a miagolare a squarciagola e grattando sulla mia porta. È senza dubbio la terribile vendetta per il mio ritardo di ieri. Gli do da mangiare, e dopo aver spazzolato il piatto torna a dormire. A volte mi domando se non sia meglio tirargli un calcio nel sedere, che spesso con gli umani funziona meglio di mille parole. Ellen aveva detto di riempirgli la ciotola di croccantini, in modo che abbia qualcosa da mangiare anche se non c’è nessuno in casa, però cerco ovunque e non riesco a trovarli. Comunque non mi pare che gli piacciano, perché ce ne sono ancora nella ciotola e non li ha mangiati.
Stamattina decido di andare a visitare la Basilica of the National Shrine of the Immaculate Conception, segnalatami dal signore che avevo incontrato sul treno. Si trova nel campus della Catholic University of America a Brookland, a poche fermate di metropolitana da Silver Spring.
Il Department of History nella Catholic University of America
L’esterno della Basilica
Il campanile e la facciata
Entro dal piano inferiore, dove si trova un ampio negozio di souvenir che vende ogni genere di paccottiglia e che farebbe invidia a quello di Monte Grisa, quindi salgo al piano superiore. La Basilica è una costruzione moderna in stile finto-bizantino. Effettivamente è molto grande e ricca di marmi e mosaici, per cui può anche suscitare meraviglia, anche se non dice molto a chi ha visto delle vere basiliche bizantine. Non è neanche eccessivamente kitsch, tranne forse in qualche cappella dove i mosaici dorati si sprecano.
La navata
L’altare
Non tutto corrisponde alla descrizione che mi avevano fatto in treno. Non c’è traccia di papi sepolti; ci sono due organi, ma non hanno certo l’aria di essere i più grandi del mondo. Scendo al piano inferiore, dove lascio un obolo alle restrooms. Do un’occhiata alla mensa, che si rivela interessante; decido quindi di pranzare qui, e per circa 10$ prendo una minestra, una bistecca, 2 contorni e una bibita. Il cliente prima di me protesta perché alla cassa gli hanno dato il resto di 10$ mentre lui aveva dato una banconota da 20, ma il cassiere nega e gli mostra la banconota da 10$. Ho così il raro privilegio di assistere al miracolo della divisione dei dollari, molto più difficile della moltiplicazione dei pani e dei pesci, visto che qualunque ingegnere elettronico può confermare che una divisione è molto più complessa di una moltiplicazione. Inizio ad apprezzare la sacralità del luogo, ma i miracoli non si fermano qui: pago con carta di credito e rifiutano la mancia, cosa assolutamente mai accaduta prima in America. Ristorato nel corpo e nello spirito, torno alla metropolitana e vado verso Washington, dove si svolge il Cherry Blossom Festival.
Oggi la metropolitana è più affollata che mai. Cambio alla stazione di Metro Center, e c’è talmente tanta gente che si fa fatica a muoversi, e devo aspettare 3 treni prima di riuscire a salire. Per fortuna tutti scendono alla stessa fermata, e con gran fatica riesco ad uscire. Provo ad andare verso il Tidal Basin seguendo la mappa, ma il ponte che dovrei attraversare non ha il marciapiede, e quindi devo fare un altro giro. Arrivo finalmente al Tidal Basin, e lo spettacolo è notevole: intorno al bacino ci sono migliaia di alberi di ciliegio giapponesi, donati nel 1912 dal sindaco di Tokyo alla città di Washington.
Il Tidal Basin e il Thomas Jefferson Memorial
Ciliegi in fiore
Altra foto del bacino e del Jefferson Memorial
Attenzione, pericolo
Il Washington Monument spunta tra i rami
Ancora alberi
Un albero di un altro tipo nel Franklin Delano Roosevelt Memorial
Ancora il Washington Monument
La chiusa del Tidal Basin
Cammino verso il Jefferson Memorial, costruito nel 1943 in stile finto-neoclassico.
Il Jefferson Memorial
Ancora alberi
E adesso smettetela di rompere che volete foto di donne americane
Panorama dal Jefferson Memorial
Torno verso la metropolitana. Sul National Mall si svolge anche un Kite Festival.
Il Kite Festival
Auto americane
Terminata la visita, riprendo la metropolitana per tornare a Silver Spring. È ancora molto affollata, e il treno rimane bloccato in una stazione per circa 10 minuti a causa di un ingorgo; a quanto pare i treni sono in ritardo perché non riescono a chiudere le porte per la troppa gente. Per cena decido di mangiare una bistecca. Provo un altro ristorante e ordino la specialità della casa, ovvero una New York Strip da 16 once (senza osso) in crosta croccante con funghi e formaggio. Ho la malaugurata idea di prendere una zuppa di cipolla come primo; è piccantissima e mi blocca completamente lo stomaco. La birra, una Flying Dog Ale, è molto buona.
La New York Strip
Dopo cena provo ad andare al supermercato, sperando che sia ancora aperto. Purtroppo è chiuso, ma lì vicino c’è una farmacia aperta 24 ore su 24 e compro il latte. Al resto della spesa penserò un altro giorno.
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